Egr. Direttore, la scrivente Associazione Nazionale Vittime dell’Abusivismo in Riabilitazione (A.N.V.A.R.) ben conosciuta anche alle istituzioni e tra i professionisti della riabilitazione, rappresenta i cittadini quotidianamente danneggiati in modo grave o gravissimo da sedicenti operatori che si presentano come fisioterapisti ma non ne hanno titolo. Abbiamo presentato il problema dell’abusivismo in riabilitazione in importanti trasmissioni televisive nazionali (per esempio Mi Manda Rai Tre), su importanti testate come l’Espresso, per citarne alcune.
Abbiamo applaudito l’istituzione degli Ordini delle professioni sanitarie ma secondo noi la strada è ancora tutta in salita. Purtroppo, è sufficiente un briciolo di capacità imprenditoriale per offrire l’opportunità, a chiunque pur in assenza di titolo abilitante ad alcuna delle esistenti professioni sanitarie, di avviare un attività imprenditoriale nell’ambito delle cure di malcapitati pazienti.
Ne risulta un vero commercio di prestazioni “pseudo-sanitarie” di attività svolte da fisioterapisti. Un professionista sanitario come il Fisioterapista, impiega anni di studi universitari per acquisire competenze professionali avanzate. Una volta terminato il percorso di studi, è soggetto all’obbligo della formazione continua in medicina. La sua attività dal profilo imprenditoriale non è per nulla agevolata al confronto di quella di operatori senza titoli. Al contrario, l’operatore che si improvvisa fisioterapista senza esserlo ha risparmiato anni di studi e il costo dell’aggiornamento continuo. Non esiste ancora un piano del Governo per la concreta valorizzazione delle professioni sanitarie come ad esempio una campagna promozionale sulle professioni sanitarie e i loro rispettivi ruoli.
In questi giorni si stanno svolgendo in tutta Italia le elezioni dei nuovi dirigenti degli Ordini dei Fisioterapisti e noi vogliamo lanciare un comunicato e chiedere a tutti di aiutarci a raccontare la storia di Flora Virgillito pubblicando sui propri siti la storia di A.N.V.A.R., aiutandoci in questo modo a sensibilizzare il cittadino sulle potenzialmente gravissime conseguenze dell’affidarsi a chi svolge le attività di fisioterapista senza ahimè esserlo.